UIL PA VIGILI DEL FUOCO: “NESSUN NUOVO REGOLAMENTO SENZA SANATORIA E SENZA UNA NUOVA LEGGE DELEGA”
Resoconto di riunione sugli schemi di regolamento per la disciplina del concorso interno per l’accesso alla qualifica di capo squadra.
Qualsiasi decreto come quello in discussione, non porterà con sé un vero spirito innovativo, se il Corpo Nazionale è ancora organizzato con criteri vecchi! Il rischio reale è quello di aumentare il malcontento tra il personale già fin troppo vessato, per evitarlo è dunque necessaria una nuova legge delega che superi le attuali storture del D.lgs. 127/2018 e che oltre a prevedere una ormai indispensabile sanatoria, uniformi tutto il territorio nazionale anche e soprattutto nell’ambito della formazione, al fine di evitare le attuali ed evidenti disparità.
Questa la posizione della Uil PA Vigili del Fuoco, sostenuta con forza nel corso della riunione.
Non possiamo correre il rischio di bloccare i passaggi di qualifica e di riflesso le mobilità del personale, sarebbe inaccettabile! Occorre quindi gestire questa fase transitoria con le stesse regole che fino ad oggi si sono rivelate efficienti, almeno fin quando otterremo anche noi una legge delega, perché anche in questo il Corpo Nazionale è stato trascurato, infatti mentre agli altri Corpi non è stato negato un correttivo, a noi Vigili del Fuoco questo non è stato ancora concesso, nonostante la nostra sia una riforma che non era stata pensata per i lavoratori del Corpo.
Abbiamo inoltre evidenziato che oggi abbiamo nel Corpo quasi 8.000 Vigili Coordinatori che tra dieci anni non avranno risposte dal d.lgs. 127/2018 ed ai quali verrà negato un passaggio di qualifica, pertanto questo decreto prima lo si supera e meglio è per tutti.
Come Uil PA Vigili del Fuoco inoltre rappresentato al tavolo il fatto che va necessariamente valorizzata l’anzianità così come anche la meritocrazia, senza che vengano a crearsi strane commistioni tra questi due elementi così che si possa offrire possibilità di maggiore impulso alla crescita del Corpo Nazionale.
Abbiamo inoltre evidenziato la necessità di valorizzare il personale interno in possesso di una laurea dal punto di vista di una reale progressione di carriera.
Nel complesso dunque il giudizio espresso è palesemente negativo non nel merito del provvedimento ma nell’assenza di quei necessari presupposti che rendano applicabile quel provvedimento senza creare malcontenti e sperequazioni tra il personale.
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