Anno nuovo, nuovo Governo, ma ancora nessuna concreta risposta alle nostre ripetute richieste per una seria pianificazione degli interventi di contrasto al terribile aggravarsi del fenomeno degli infortuni e delle morti sul lavoro.
Ieri, la Legge di Bilancio e nessun euro investito su questo tema.
I nuovi dati Inail, sempre più preoccupanti. Solo nei primi 11 mesi di quest’anno, infatti, si sono registrate più di 650mila denunce di infortunio e 1006 persone hanno perso la vita sul posto di lavoro.
Numeri in continua crescita che mostrano un quadro peggiore di quello pre-pandemico, segno di una corsa sfrenata al profitto, anche a seguito delle ingenti somme stanziate nell’ambito del PNRR. Ingenti somme che sì, ci auguriamo, faranno ripartire il Paese, ma che ciò non avvenga a scapito della sicurezza e della vita di lavoratori e lavoratrici.
Per citare solo qualche numero, continua l’incremento degli infortuni nei settori come il trasporto e magazzinaggio (quasi il doppio nei primi 11 mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) o in quello delle costruzioni (+21,3%) e del commercio (+11,5%).
E non può non saltare all’occhio l’incremento delle denunce di infortunio che ha riguardato le donne, ormai costante e di gran lunga maggiore rispetto a quello registrato per gli uomini: quasi il 50% in più le denunce di infortunio tra le lavoratrici, nei primi 11 mesi di quest’anno, rispetto al +19% tra gli uomini.
Allarmano non poco, poi, la crescita di infortuni e decessi tra i lavoratori e le lavoratrici più giovani e l’incremento di quelli in itinere o con mezzo di trasporto.
Siamo fortemente preoccupati.
Ci auguriamo che nel nuovo anno, come promesso, il tema della tutela della salute e della sicurezza sia finalmente messo al centro degli impegni di questo Governo. Occorre dare avvio immediato a un programma di azioni e investimenti in grado di frenare questo trend allarmante, indegno di un Paese civile.
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