Lavoro con temperature oltre i 35°C, reali o percepiti, mette a rischio la salute dei lavoratori. Sulla base di questi presupposti è stata prevista la cassa integrazione ordinaria in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa di temperature elevate. I Vigili del Fuoco però, non possono però fermarsi e non sono previste tutele adeguate.
“Quella del Corpo Nazionale è un’attività che, per ovvie ragioni, non può essere ridotta o sospesa quando fa troppo caldo anzi, la nostra attività si intensifica ancora di più in queste condizioni, ma questo non significa che siamo supereroi come quelli dei fumetti, invulnerabili e resistenti a tutto, il caldo estremo distrugge anche la nostra salute”.
Queste le dichiarazioni del Segretario Generale UIL PA VVF Domenico La Barbera che lamentando il fatto che nessun provvedimento è stato adottato per tutelare i Vigili del Fuoco, ha deciso di sollecitare i Ministri del Lavoro e dell’Interno.
“Se 35°C sono un limite oltre il quale la salute è a rischio, proviamo solo ad immaginare a quale stress termico sono sottoposti i Vigili del Fuoco, tra l’irraggiamento delle fiamme ed i dispositivi di protezione individuali che, seppure indispensabili, non consentono una efficiente termoregolazione dell’organismo, con danni per la salute che non è detto che si manifestino nell’immediato” avverte La Barbera che propone una attenta politica degli organici che consenta una più idonea ripartizione dei carichi di lavoro e l’alternanza delle squadre nei casi di interventi in condizioni estreme prolungati nel tempo.
“Non si tratta di fronteggiare solo incendi di bosco, caldo e siccità, ma tutti quegli eventi estremi resi più intensi e frequenti dai cambiamenti climatici. Occorre dunque incrementare le piante organiche rendendole adeguate sia all’efficienza del dispositivo di soccorso che alla tutela della salute e della sicurezza del personale”.
L’attenzione poi finisce sulla lentezza della burocrazia italiana “siamo in una condizione di perenne carenza di organico” continua La Barbera “prima di poter assumere il personale in pensione, passano non meno di 18 mesi, un tempo troppo lungo per i Vigili del Fuoco, ecco perché continuiamo a chiedere la modifica del farraginoso iter autorizzativo attraverso una revisione normativa e provvedimenti derogatori d’urgenza. Investire nei Vigili del Fuoco non può rappresentare un costo ma un investimento”.
STOP AL LAVORO SE SI SUPERANO I 35
Egregi,
i cambiamenti climatici in atto stanno causando eventi estremi sempre più intensi e frequenti. Il caldo torrido ha messo a dura prova i Vigili del Fuoco, fortemente esposti non solo ai rischi correlati alla natura stessa della propria mission istituzionale, ma anche a temperature ambientali rese ancora più intense dal calore degli incendi e dagli stessi dispositivi di protezione individuale che, seppur indispensabili, impediscono un adeguato scambio termico, situazioni queste che mettono in pericolo la salute dei Vigili del Fuoco, con effetti devastanti per l’organismo, anche a lungo termine, così come si evince dal documento di approfondimento che ad ogni buon fine si allega.
È indubbio che quella del Corpo Nazionale è un’attività che non può essere ridotta o sospesa e quindi, interventi come quello della cassa integrazione per temperature, reali o percepite, superiori ai 35 °C, utile strumento preventivo per altre categorie lavorative, risulta inapplicabile per i Vigili del Fuoco, che necessitano di interventi specifici di tutela e salvaguardia, la cui carenza appare ancora più paradossale dinnanzi a quello che rappresenta a tutti gli effetti un riconoscimento ufficiale del rischio reale e concreto di patologie, anche gravi, da stress termico.
Una situazione aggravata da carichi di lavoro non adeguati e derivante in parte da una cronica carenza di organico che non consente nemmeno l’agevole composizione delle ordinarie squadre di soccorso ed una dotazione organica assolutamente inadeguata e spesso antitetica rispetto al principio secondo cui le amministrazioni pubbliche devono curare l’ottimale distribuzione delle risorse umane attraverso la coordinata attuazione dei processi di mobilità e reclutamento del personale.
La scrivente ritiene dunque necessaria una revisione delle piante organiche che consenta di incrementare i livelli di efficienza del Corpo Nazionale al fine di fronteggiare in maniera adeguata le conseguenze dei cambiamenti climatici in atto, riducendo al contempo i rischi per la salute e la sicurezza dei Vigili del Fuoco e, per le stesse ragioni, intervenire attraverso la modifica del farraginoso iter autorizzativo per le assunzioni che, a legislazione vigente, non consente di recuperare il turn over prima che siano trascorsi almeno 18 mesi e nelle cui more risulta necessaria l’adozione di un provvedimento derogatorio d’urgenza.
Tanto premesso si chiede di intervenire in maniera adeguata a tutela della salute e della sicurezza dei Vigili del Fuoco.
Richiesta interventi a tutela della salute e della sicurezza dei Vigili del Fuoco
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