IL RUOLO STRATEGICO DEL CORPO NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO NELL’AMBITO DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILENZA. LA POSIZIONE DELLA UIL PA VVF.
In data odierna si è svolto l’incontro con l’Amministrazione relativo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e ai fondi assegnati in tale ambito al Corpo Nazionale dei VVF.
Nel corso della discussione è emerso l’importante lavoro del Capo Dipartimento, Prefetto Laura Lega, nell’approvazione dei progetti in favore del Corpo; un chiaro segno di attenzione alle esigenze e al ruolo strategico che il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco riveste.
E per meglio comprendere proprio questo ruolo strategico del CNVVF nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, occorre richiamare la valenza sociale delle funzioni svolte, facendo riferimento al valore aggiunto quale sintesi dei livelli di efficienza ed efficacia anche interna da cui scaturiscono inevitabilmente benefici per la collettività intera, ovvero di utilità finale per i cittadini e le imprese e di conseguenza di soddisfacimento delle esigenze di sviluppo e rilancio del Paese.
I progetti accolti dal Governo, rispetto a tutti quelli presentati dall’Amministrazione, seppur importanti, a nostro avviso non sono sufficienti per il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia della sicurezza e soccorso che il Corpo rende al Paese se non sono correlati ad una implementazione ed idonea formazione di tutto il personale del CNVVF.
Favorire l’ingresso di professioni, così come previsto dal Piano, che insiste su un ricambio generazionale della PA, ritenuto lento e parziale, è una priorità anche per i Vigili del Fuoco, così come analogamente lo è il superamento della disparità di genere: nel Corpo Nazionale, su un totale di 35.279 unità, 33.506 sono uomini mentre le donne sono soltanto 1.773.
Le gravi carenze di organico e il mancato ricambio generazionale non possono incidere negativamente sui peculiari livelli di efficienza psico-fisica del personale, peraltro correlati ad attività usuranti. L’età media dei Vigili del Fuoco, oltre i 47 anni, incide negativamente sui profili di sicurezza intesa anche come la capacità di intervenire istituzionalmente, apportando un beneficio o una soluzione ad un problema, riducendo le possibilità che questo arrechi, direttamente o indirettamente, un altro danno o l’insorgere di un ulteriore problema, riducendo i livelli di efficacia, oltre che sui riflessi direttamente correlati alla salute del personale.
Tornando al concetto di utilità finale risulta evidente la capacità del Corpo Nazionale di influenzare le dinamiche di evoluzione dei sistemi sia economici che sociali attraverso il soddisfacimento di bisogni, impattando di conseguenza ed in maniera incisiva, sull’efficacia sociale delle politiche pubbliche. Si pensi, a mero titolo d’esempio , che grazie all’interdisciplinarità dell’attività istituzionale, i Vigili del Fuoco sono in grado di incidere sia direttamente che indirettamente fino all’1% del Prodotto Interno Lordo, anche in termini di riduzione dei costi sociali.
I Vigili del Fuoco rappresentano dunque un elemento di forte criticità, soprattutto in termini di appropriatezza intesa come congruità delle risorse umane ed economiche rispetto agli obiettivi istituzionali; di equità ed accessibilità, intese come capacità di offrire gli stessi servizi ad un maggior numero possibile di cittadini evitando discriminazioni, ovvero nella disponibilità del servizio per tutti i cittadini-utenti, con l’abbattimento o la drastica riduzione delle distanze; di tempestività, ovvero l’attitudine del servizio ad intervenire nel minore tempo possibile, prima che il danno o il disagio si deteriori fino a rendere inutile o di improbabile efficacia dell’intervento.
Il Corpo Nazionale rappresenta strumento attrattivo per forme di investimenti che determinano lo sviluppo economico, industriale e turistico del territorio, grazie ad adeguati livelli di sicurezza in grado di salvaguardare il complesso degli investimenti strutturali, dove la presenza dei Vigili del Fuoco rappresenta un valido supporto dal punto di vista della prevenzione, della sicurezza della pubblica e privata incolumità, dei rischi industriali; si pensi ad esempio che tra gli obiettivi del Piano Nazionale vi è la produzione e trasporto di un milione di tonnellate di idrogeno entro il 2025, ovvero la costruzione di 1.000 stazioni di rifornimento a idrogeno, che non può che partire da un investimento nel Corpo Nazionale.
Analogamente, l’obiettivo di ridurre il dissesto idrogeologico non può prescindere da misure necessarie a rendere sempre più centrale il ruolo dei Vigili del Fuoco nell’ambito della lotta attiva agli incendi boschivi attraverso una profonda revisione del sistema e lo stanziamento diretto di opportune risorse.
Persino l’ammodernamento tecnologico della PA, individuato come obiettivo del PNRR, rappresenterebbe un inutile dispendio se privato delle necessarie risorse umane che possano rendere efficiente questo apparato tecnologico, consentendo il suo impiego al massimo delle potenzialità. Per questa ragione occorre intervenire anche per il Corpo Nazionale, così come previsto nel PNRR sulla capacità di pianificazione strategica delle risorse umane.
A ciò si aggiunga la necessaria ristrutturazione delle caserme, migliorandone l’efficienza energetica attraverso l’isolamento energetico e l’autoproduzione di energia elettrica o l’adeguamento antisismico.
Un’attenta politica di valorizzazione del ruolo che i VVF rivestono, come sin qui evidenziato, dovrà intervenire anche sotto l’aspetto delle progressioni di carriera, tra gli obiettivi prioritari del Piano, che va necessariamente revisionato attraverso specifici stanziamenti indirizzati ad una nuova legge delega di riforma dell’ordinamento.
La UIL PA VVF ritiene dunque che il nuovo modello organizzativo del Corpo debba necessariamente partire dalle risorse umane, quale spinta propulsiva per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali.