DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
A seguito di una massiccia campagna di sensibilizzazione sui DPI ad opera della Uil PA Vigili del Fuoco, l’Amministrazione ha finalmente riconosciuto l’importanza della decontaminazione di questi dispositivi per la salute e la sicurezza del personale e lo fa anche attraverso la rivista ufficiale “NOI VIGILI DEL FUOCO”, dalle cui pagine emergono tuttavia elementi di particolare criticità che destano preoccupazione e che vanno necessariamente chiariti, in quanto la sensazione è quella che ci si trovi dinnanzi al tentativo di ribaltare le responsabilità, facendole ricadere sui Vigili del Fuoco.
In tema di sostanze tossiche che si sviluppano nel caso di incendio, leggiamo che dovrebbe essere il comportamento della squadra di soccorso ad evitare o ridurre il contatto diretto di tali sostanze con la cute e con i DPI; per la Uil PA VVF dovrebbe essere l’Amministrazione a spiegarci come poter affrontare un incendio, magari in ambiente confinato, evitando il contatto diretto di polveri, gas e particelle pericolose.
Leggiamo inoltre che “La prevenzione è doverosa anche al rientro nella sede di servizio, quando il corretto comportamento del personale che ha eseguito il soccorso può evitare, o almeno ridurre, il rischio di contatto indiretto con le sostanze pericolose, veicolate sia all’interno della cabina degli automezzi, sia degli ambienti e spazi comuni delle sedi di servizio”, per la Uil PA VVF la prevenzione è doverosa anche e soprattutto da parte dell’Amministrazione che dovrebbe indicare al personale quale sarebbe il comportamento che può essere definito corretto, soprattutto in assenza di indicazioni o disposizioni a riguardo.
La Uil PA VVF è d’accordo su come sia “importante, dopo l’intervento, la pulizia di questi dispositivi”, ma l’Amministrazione dovrebbe indicarci con quali strumenti farlo e soprattutto seguendo quali procedure, specie nel caso di interventi ripetuti nell’arco del turno di servizio. Probabilmente non si tengono in considerazione aspetti di non secondaria importanza, come la dotazione individuale dei DPI, ovvero se sia adeguata a tali esigenze, non dimenticando di raffrontarla con gli attuali tempi richiesti dalle lavanderie esterne.
La Uil PA VVF nel corso della sua incessante campagna di sensibilizzazione ha più volte evidenziato, così come correttamente riportato anche nell’articolo in questione, l’importanza della doccia dopo ogni intervento potenzialmente contaminante, ma l’Amministrazione non ha ancora dato disposizioni a riguardo, soprattutto sull’operatività della squadra per il tempo necessario.
Siamo perfettamente d’accordo che l’igiene debba proseguire “con percorsi di accesso differenziati (personale pulito/sporco) al fine di evitare potenziali contaminazioni degli altri ambienti, soprattutto per quanto concerne le aree destinate allo stoccaggio” ma anche questo è un dovere “esclusivo” del personale che deve affidarsi all’improvvisazione o l’Amministrazione si è attivata come dovrebbe adeguando allo scopo le sedi di servizio?
Tanto premesso nell’attesa dei fantomatici “kit d’igienizzazione costituiti da materiale per la pulizia personale” possano giungere puntuali chiarimenti a riguardo. Distinti saluti.