Emergenza Covid-19 comando di Venezia
Egregio Comandante,
in relazione all’ODG 793 del 21/10 u.s. “Aggiornamento delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica COVID-19”, vanno attuate rapidamente tutte quelle misure volte ad
evitare il contagio, salvaguardando la salute del personale, limitando spostamenti e occasioni di assembramento, garantendo il soccorso tecnico urgente alla cittadinanza locale.
Si deve provvedere a informare e formare in tutte le sedi del Comando, con obbligo di vigilare sull’adozione delle misure utilizzate per fronteggiare il rischio di contagio.
Bisogna far rispettare a tutto il personale (operativo e amministrativo), l’obbligo di indossare correttamente la mascherina, che deve coprire le vie respiratorie (naso e bocca) e non essere
indossata a proprio piacimento, ma in ottemperanza alle misure di contrasto al rischio di contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro per il personale del CNVVF.
In riferimento all’allegato n. 6 Prot. 28815 del 16/10 u.s. al punto 3.1.13., “Accesso degli esterni nelle sedi di servizio”, andrebbero monitorati non soltanto gli ingressi del personale in servizio, ma
anche degli addetti alle pulizie, il personale mensa, i fornitori e tutti coloro che a vario titolo entrano all’interno delle nostre caserme senza essere controllati da nessuno.
A tal proposito sarebbe opportuno individuare dei preposti, il Capo Turno per le sedi di Mira, Cavarzere, Chioggia, San Donà, Jesolo, Portogruaro e Lido; mentre per le sedi di Mestre, Venezia e
Aeroporto, un CR/CS/VP vigilante o “piantone”, con l’incarico di controllare chi accede all’interno delle nostre caserme, verificando con appositi strumenti temperatura, riportare dati di ingresso:
Carta d’identità, orario di entrata, ecc.; diventa rischioso, anche dal punto di vista sanitario, consentire il libero accesso a chiunque, senza nessun tipo di controllo, chiunque può entrare e girare
indisturbato all’interno delle nostre caserme VVF.
In riferimento ai termoscanner istallati presso la sede di Mestre, quanto prima devono essere montati in tutte le sedi distaccate. Tali apparecchi vanno utilizzati per impedire l’accesso alle sedi di
servizio a coloro che hanno un rilevamento della temperatura corporea al di sopra dei limiti consentiti; se i termoscanner vengono bypassati in entrata, non hanno alcuna utilità, chiunque accede nelle sedi VVF deve (obbligatoriamente) sottoporsi a questo monitoraggio della temperatura così come accade presso gli altri enti.
Va sollecitata una pulizia maggiore alla ditta incaricata in tutte le sedi di servizio; e va effettuata una sanificazione periodica e programmata in tutte le caserme, da parte del Capo distaccamento in
collaborazione con i Capi turno, almeno una volta al mese, mediante gli appositi strumenti di ionizzazione, a cui deve seguire un report inviato al Comando come riscontro di quanto è stato
effettuato.
Per i servizi di rimpiazzo vanno ridotti gli spostamenti del personale, ma non a discapito del soccorso tecnico urgente, più che ridurre il dispositivo di soccorso, andrebbe incentivato il rientro a
pagamento dalla stessa sede, sistema già utilizzato durante il lock down.
Infine, per quanto riguarda la gestione dei casi di positivi riscontrati nel Comando, chiediamo che il personale venga sempre informato sui nuovi casi riscontrati, ma soprattutto si adoperino misure che garantiscano sempre la massima sicurezza per tutti sui luoghi di lavoro. Nella circolare del CNVVF n. 18079 del 16/10 u.s., viene specificato che il personale ha seguito di un “contatto stretto” con un positivo al COVID-19, dovrà essere posto in isolamento fiduciario (quarantena), per un periodo di 10 giorni, al termine del quale dovrà sottoporsi al test sanitario mediante tampone rapido o molecolare. Per il personale operativo VF, qualora la quarantena compromettesse il dispositivo di soccorso tecnico urgente, si potrà effettuare un test molecolare dopo cinque giorni dall’avvenuto contatto con il caso di positivo al covid-19; qualora l’esito del test risulti negativo, il dipendente asintomatico potrà rientrare in servizio, monitorato dal medico del Comando.
Questa misura adottata in applicazione dell’art.14, comma 1, del DL del 17 marzo 2020, n.18, in cui si dispone che “la quarantena precauzionale non si applichi agli operatori dei servizi pubblici
essenziali”; non significa che il personale che ha avuto “contatti stretti” con chi è risultato positivo, deve necessariamente restare in servizio, tutt’altro, coloro che nel questionario hanno dichiarato di avere avuto contatti stretti con il positivo, devono essere allontanati dal resto del personale, posti in isolamento fiduciario, non possono restare in servizio a contatto con gli altri VF del turno, dividere la stessa camerata (per il recupero psico-fisico), dove c’è un livello di rischio contagio medio alto, oppure trovarsi in sala mensa insieme agli altri, dove il livello di rischio è classificato alto e dove attualmente è impossibile (per talune sedi) mantenere 1 metro di distanza, ragion per cui si deve procedere all’allontanamento dalla sede di servizio, all’isolamento fino a quando (trascorsi i 5 giorni dal contatto con il positivo) non sarà effettuato il test rapido o molecolare.
Questo era quello che sarebbe stato opportuno fare con l’ultimo caso di positivo riscontrato in sede aeroportuale, di cui ancora manca l’informativa ufficiale del Comando.
Restando in attesa di Vostro riscontro, si coglie l’occasione per rivolgerle i nostri più Cordiali Saluti.
Il Segretario Provinciale UIL PA VVF Venezia Il Segretario Regionale UIL PA VVF Veneto
Luigi Losito Davide Meli