Egregio,
premesso che, con riferimento alla bozza di circolare richiamata in oggetto, non è stata accolta alcuna sostanziale ed incisiva modifica proposta dalle OO.SS. così come si evince non solo dalle osservazioni fatte pervenire per iscritto ma anche e soprattutto dai verbali di contrattazione, riteniamo che l’operato dell’Amministrazione sia tutt’altro che orientato a rapporti con i rappresentanti dei lavoratori che siano di confronto costruttivo, senza inoltre trascurare comportamenti che non esitiamo a definire antisindacali nel momento in cui una prima bozza di circolare che, a parere della scrivente poneva le basi per una organizzazione ottimale della componente, viene improvvisamente archiviata in favore di alcuni progetti antitetici allo scopo a causa di osservazioni giunte a spot dal territorio e che l’Amministrazione ha blindato cercando ancora una volta di relegare il Sindacato ad un ruolo marginale che non accettiamo e che contestiamo con forza.
Giova, inoltre, evidenziare l’inadeguatezza dello strumento della consultazione rispetto ai contenuti della circolare concernenti l’organizzazione del lavoro che la fanno rientrare nell’ambito della concertazione.
Entrando nel merito della disposizione, le modifiche imposte in maniera unilaterale non rispondono nemmeno lontanamente alle esigenze organizzative e funzionali necessarie allo sviluppo ed alla valorizzazione della componente cinofila, lasciando vere e proprie zone d’ombra che si prestano ad interpretazioni soggettive da parte dei Direttori Regionali.
Un “servizio orientato” e non “dedicato” non tiene minimamente in considerazione le peculiarità e le difficoltà che la componente affronta quotidianamente, sulle cui spalle vengono fatti gravare mantenimenti dell’operatività ordinaria (88 turni compresi gli addestramenti) che mettono a rischio la copertura del servizio cinofilo. Una criticità che dimostra ancora una volta quanto la riforma dell’ordinamento doveva essere preceduta da un’adeguata organizzazione del Corpo; un problema grave e reale che va necessariamente sanato nelle more di un doveroso potenziamento di organico utile ad una consona organizzazione del servizio.
Giova a tal proposito evidenziare come la stessa Amministrazione ha voluto emanare un concorso riservato ai cinofili che non trova precedenti nemmeno in altre specializzazioni del Corpo, come ad esempio sommozzatori ed elicotteristi, rendendo dunque evidente l’orientamento del legislatore nel riconoscere alla componente lo status di specialità, inspiegabilmente ignorato invece dalla stessa Amministrazione nell’ultimo riordino.
Questo impianto, che viene imposto con un atto di forza, non risolve i problemi della componente ma li crea o li aggrava; si pensi, ad esempio, all’ anticipo delle spese da parte del conduttore a cui dovrebbe invece far fronte l’Amministrazione fornendo gli strumenti necessari ed ogni altra risorsa economica.
Non da meno sono le criticità che si evidenziano rispetto al fondo di accantonamento, sostitutivo della copertura assicurativa relativamente alle spese per interventi chirurgici a seguito di infortuni o di malattie del cane. Non risultano chiari, infatti, i parametri che garantirebbero il risarcimento al conduttore né quali patologie rientrerebbero nell’eventuale rimborso, aspetto quest’ultimo che desta particolare preoccupazione. Nel caso di interventi chirurgici è il conduttore a dover anticipare le spese, cosa che non sarebbe avvenuta con la convenzione assicurativa che avrebbe determinato, in tal caso, quel necessario automatismo che avrebbe evitato l’anticipo delle spese, così come invece accadrà nella più assoluta incertezza rispetto ai tempi ed alle modalità di rimborso delle somme dovute.
A completare il quadro degli elementi che determinano un giudizio totalmente negativo interviene la mancanza di chiarezza rispetto alle patologie che possono rientrare nei rimborsi o quelle che ne sono invece escluse.
Non migliora il giudizio in tema di modalità di acquisto del secondo cane anche rispetto alla scelta degli allevamenti che, a parere della scrivente, sono in contrasto con le vigenti procedure d’acquisto nella pubblica amministrazione, motivo per cui è stato escluso l’acquisto del primo cane.
La UIL PA VVF è fermamente convinta, a garanzia del personale cinofilo, che non può essere messa in alcun modo in discussione l’indennità di turno almeno fino al riconoscimento della specialità, prevedendo allo scopo un’indennità che non può essere ricompresa in 10 ore di straordinario impropriamente utilizzato come istituto retributivo adottato al fine di evitare un necessario stanziamento dedicato, che non solo non è previsto nella bozza in questione ma nemmeno nell’ambito del progetto di ripartizione dei 165 milioni del Fondo per la valorizzazione del Corpo Nazionale.
Assurdo, inaccettabile ed inconcepibile il ricorso ai cosiddetti incarichi fiduciari nella composizione della commissione degli esperti, che ignora requisiti oggettivi ben definiti a garanzia non solo della trasparenza ma anche del giusto riconoscimento dell’esperienza operativa.
Surreale poi il grave abbassamento dei profili di efficienza ed efficacia determinato dal paradosso secondo cui la componente cinofila della regione in cui si verifica l’emergenza non può non essere attivata per l’assenza del modulo regionale U.S.A.R..
Quanto fin qui esposto impone il dovere morale di pretendere la sospensione dell’applicazione della circolare in oggetto e la sua radicale revisione, recependo le indicazioni dei rappresentanti dei lavoratori e convocando a tale scopo le OO.SS..
In caso contrario la scrivente si vedrà costretta ad intraprendere ogni utile iniziativa volta a sterilizzare un provvedimento che lede non solo la funzionalità del servizio ma la dignità del personale che con sacrificio sta sostenendo un progetto di valorizzazione del Corpo Nazionale e del servizio cinofilo.
In attesa di riscontro si formulano distinti saluti.
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