Nel corso della riunione siamo stati perentori! Si tratta di un progetto da bocciare. Forse l’Amministrazione dimentica che sono i Nuclei territoriali ad aver dato impulso all’attività investigativa ed ora invece, per tutta risposta, cerca di limitarli, ponendo un freno a qualsiasi tentativo di crescita e perfezionamento di un’attività basilare per lo sviluppo del Corpo Nazionale.
È la squadra di base la prima ad intervenire; quella che, se non adeguatamente formata, potrebbe inconsapevolmente falsare lo scenario, quella che deve saper intervenire efficacemente preservando l’area, quella che deve essere in grado di repertare e campionare anche nell’immediatezza. Non si può dunque prescindere dal fatto che la cultura e la formazione investigativa devono rappresentare il necessario bagaglio professionale di tutto personale operativo, di chi, forse qualcuno lo dimentica, potrebbe anche essere chiamato a rispondere penalmente di eventuali inadempienze. È questo che abbiamo voluto ribadire con forza, riportando chi di dovere con i piedi per terra, obbligandolo a guardare con gli occhi di chi ogni giorno è sul campo, quello che per intenderci, più di ogni altro, va tutelato.
La grande collaborazione tra l’attività del Nia e Niat ha portato senza dubbio una ulteriore progressione professionale in materia ma manca ancora la comune conoscenza degli strumenti, come ad esempio i programmi di ricostruzione degli incendi -che rimangono purtroppo limitati a pochi conoscitori- o la semiotica dell’incendio, che non viene messa a disposizione in un database condiviso.
Un simile modello organizzativo presenta dei forti limiti anche da un punto di vista territoriale; in talune realtà, infatti, i nuclei investigativi non sono stati nemmeno avviati.
Abbiamo ribadito che il N.I.A.T. nasce per dotare tutte le Direzioni regionali di un gruppo di unità di supporto e non sostitutivo rispetto all’attività investigativa dei comandi, a garanzia di una solida interrelazione con le attività di PG e con le conoscenze di prevenzione incendi, che diventano fondamentali nella logica delle indagini e per un adeguato indirizzo all’autorità giudiziaria. Lo abbiamo detto a chiare lettere, in assenza di un servizio dedicato che non sottragga unità al soccorso e senza il riconoscimento dei giusti incentivi economici, il progetto è fallimentare.
Illogica ed incomprensibile ci è subito apparsa, a proposito del 3° Livello di competenza NIA, la scelta di un eccessivo accentramento funzionale che, oltre a mortificare le importanti professionalità presenti sul territorio, verrebbe distolta dalla sua funzione primaria, ovvero quella di raccogliere, uniformare e rendere a fattor comune le attività svolte sul territorio e, all’occorrenza, mettere a disposizione professionalità di livello superiore. Un simile accentramento rappresenta un inconcepibile freno allo sviluppo della periferia.
Incalzata, l’Amministrazione ha cercato di giustificare le forti limitazioni da noi lamentate riconducendole alla circolare del 2015, vedendosi poi costretta ad ammettere che ad oggi non si è giunti ad una totale realizzazione dei nuclei su tutto il territorio nazionale. Ha poi garantito che l’attività formativa verrà inserita anche nei corsi a Capo squadra, rendendosi disponibile ad un percorso di formazione più compiuto sul territorio anche per il 3° livello di competenza. Ogni regione verrà dotata di un furgone attrezzato con il materiale assegnato ed i Direttori regionali potranno integrare le 3 unità previste con ulteriore personale, se disponibile.
L’Amministrazione renderà visibile nel programma SO115, il personale che ha svolto corsi dedicati, così da allertarlo immediatamente in caso di necessità. Nel nuovo sito, dunque, sarà possibile vedere in tempo reale chi è in servizio e quale abilitazione possiede. Ovviamente senza nemmeno lontanamente prendere in considerazione con quali risorse umane e con quali istituti retributivi.
Ha inoltre tentato di giustificarsi, precisando che nella circolare non si parla di formazione poiché sarà istituito uno specifico tavolo tecnico, per il quale è già pronta una bozza di lavoro. Ma se l’impianto organizzativo è questo, senza i necessari cambiamenti temiamo, anche in questo caso, di vederci costretti a non esprimere alcun giudizio positivo.
L’incontro si è chiuso con la disponibilità dell’Amministrazione, tutta da verificare, ad apportare ulteriori modifiche tenendo conto dei contributi offerti dalle OO.SS.
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