“… Dall’emergenza può scaturire il vero, dal pericolo può nascere la salvezza, come diceva Friedrich Holderlin, un grande letterato tedesco. Si afferma sulle gazzette del mondo intero, infatti, che a poco a poco anche le cuspidi della politica europea e nazionale inizino a interrogarsi su tali politiche economiche.
Ebbene, la salvezza è sempre presente nella storia: basta riconoscerla e prenderla per mano …” Giulio Sapelli Gli analisti dicono che l’Italia si trova al centro della peggiore recessione dalla seconda guerra mondiale, che potrebbe danneggiare i rapporto del Paese con l’Unione Europea.
Molto dipenderà da come Roma gestirà l’allentamento della quarantena e da quanto velocemente riuscirà a far arrivare la liquidità alle imprese in difficoltà e da quanta solidarietà si vedrà ottenere dall’Unione Europea.
“Il colpo (economico) sarà durissimo. Ma può essere solo tremendamente duro o può essere mostruosamente duro”, lo ha detto Giovanni Orsina, professore di politica alla Luiss University. “Se la gente comincia a fare sul serio, la rabbia potrebbe diffondersi in tutto il Paese, e a quel punto si avrebbe una crisi politica sociale senza precedenti”.
Milioni di italiani sono stati licenziati o hanno perso il posto di lavoro. Le regioni del Nord si stanno battendo per la riapertura. Le previsioni sulle ricadute economiche sono catastrofiche. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che l’economia italiana si ridurrà quest’anno del 9,1%, il peggior calo in tempo di pace da quasi un secolo a questa parte.
La lobby delle grandi imprese dicono che ogni settimana di chiusura fa perdere un altro 0,75 per cento del prodotto interno lordo. Gli scienziati suggeriscono che una riapertura, senza le adeguate cautele, potrebbe far risalire l’epidemia costringendo a chiudere nuovamente il Paese. E’ evidente che per garantire una riapertura “sicura” lo stato deve essere on grado di attuare i precetti contenuti nella profilassi al covid-19 cosa che, vista la mancanza di D.P.I., appare come improbabile o quantomeno pericolosa.
Il prof. Sapelli dice che il binomio – salute ed economia – devono essere gestiti uniformemente come fossero su di un piano cartesiano, in una unica “intelligenza sociale organizzata”. Questo significa che sicurezza sanitaria ed economia devono procedere di pari passi attraverso un’unica regia.
Dobbiamo saper affrontare questa terribile sfida facendo forte influenza ai vertici nazionali sindacali affinché prendano coscienza che, in termini economici, nulla sarà più come prima.
I nostri timori dipendono dal fatto che, non esistendo più strumenti come il welfare e la scala mobile, la crisi in atto metterà a dura prova il potere di acquisto di quella parte del paese che ha ancora uno stipendio fisso.
Molti componenti delle nostre famiglie, oltre a dover affrontare lutti, devono affrontare anche la perdita di parte del bilancio familiare a causa della mancanza del lavoro di alcuni dei loro componenti.
Ecco che i pochi stipendi ancora sicuri diventano l’unica risorsa in grado di mantenere in vita interi nuclei familiari.
Servirebbe quindi saper generare degli ammortizzatori sociali in grado di mantenere equilibrati gli stipendi. L’attuale sistema di contrattazione per i Vigili del Fuoco prevede un sistema quadriennale che così come concepito avrebbe conseguenze catastrofiche. Continuare a parlare di stelle da sceriffo e pistole, in un momento di così grave crisi, appare come un atteggiamento quantomeno irresponsabile.
Adriano Bevilacqua UIL VVF FVG
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