PRIMA LE MASCHERINE, POI I TAMPONI MIRATI. COMUNICATO STAMPA UIL PA VVF FVG

 E’ il risultato dell’incontro, organizzato dall’assessore alla sicurezza Pierpaolo Roberti, di concerto col Presidente Massimiliano Fedriga e col Vicepresidente Riccardo Riccardi, che si è svolto oggi, in videoconferenza, con i sindacati di tutto il Comparto Sicurezza.

Nell’incontro tecnico i segretari regionali di FP CGIL VV.F. Cesare Palmucci, FNS CISL Delfio Martin, UIL PA VV.F. Adriano Bevilacqua, CONFSAL VV.F. Marco Scarantino e U.P.L. Sicurezza Paolo Di Gregorio nell’esprimere il loro gradimento per l’incontro, hanno convenuto con il governatore Fedriga sulla correttezza procedurale che la regione ha adottato dando priorità alla distribuzione di mascherine alla popolazione, passando ai tamponi in un secondo tempo.

“Per garantire la salute degli operatori della sicurezza è necessario che tutto il personale dei Vigili del Fuoco e delle Forze dell’Ordine, che lavorano in prima linea in questa cruciale fase dell’emergenza, vengano dotati di mascherine e dispositivi di protezione individuali adeguati.

I dispositivi di protezione individuali, infatti, devono essere il primo passo, soprattutto per coloro che hanno un ruolo attivo nella sicurezza e nell’economia, poi si adotti il modello (Testing, Contact, Tracing and Isolation) per i lavoratori della sicurezza”, hanno convenuto i sindacati.

SI’ ALLE MASCHERINE.

Abbiamo appreso con soddisfazione che la Regione FVG ha stabilito che l’uso delle mascherine per la popolazione è di importanza prioritaria per il contenimento del contagio. Ora, grazie alla strategia scelta dalla regione per la protezione della popolazione”, aggiungono i sindacati, “auspichiamo che l’uso sistematico delle mascherine possa venir finalmente esteso, per omogeneità procedurale, anche a tutto il personale del Comparto Sicurezza in servizio nel Friuli Venezia Giulia, al quale la distribuzione delle mascherine, nonostante i rassicuranti comunicati stampa comparsi sull’argomento, è stata finora sempre troppo limitata”.

NO AI TAMPONI A TAPPETO SENZA UN PRECISO CRITERIO.

In questa fase i segretari delle cinque sigle del comparto ritengono “improprio e scarsamente producente effettuare in questo momento i test di positività a tutti i soggetti, senza un preciso criterio, se non vengono prima uniformemente adottate le necessarie misure di protezione individuale, consolidando, soprattutto, l’uso continuativo, per tutta la durata dei turni di servizio, delle mascherine”. “Siamo ben consapevoli che se i tamponi venissero estesi a tutta la popolazione della regione, o anche solo agli addetti alla sicurezza, il sistema sanitario di analisi e accertamento diagnostico entrerebbe in crisi. I laboratori regionali, sottoposti all’attuale impegno straordinario, devono comunque mantenere in funzione tutte le altre attività di laboratorio ordinarie”, proseguono etichettando come un “mero atto di propaganda politica” la richiesta di effettuare tamponi generalizzati a tutto il personale in servizio.

SI’ AL MODELLO TCTI (Testing, Contact, Tracing and Isolation).

Per la migliore efficienza nella lotta per combattere la diffusione del Coronavirus Palmucci, Martin, Bevilacqua, Scarantino e Di Gregorio “auspicano che tra la regione e le forze sindacali degli Operatori della Sicurezza, possa instaurarsi una sinergia di ruolo che – con l’apporto istituzionale del patrimonio professionale posseduto dalle forze sindacali, capillarmente diffuse e radicate sul territorio – possa contribuire a fornire la necessaria informazione ai lavoratori ed alla popolazione, consentendo alle Istituzioni di effettuare con tempestività i previsti accertamenti per i casi sospetti, estendendoli sistematicamente anche a tutti i soggetti venuti a contatto – dentro e fuori il luogo di lavoro, famigliari compresi – in ossequio alle profilassi dettate dai più avanzati studi scientifici di settore, per isolare e curare efficacemente i casi accertati”.

Unitamente all’imprescindibile utilizzo di dispositivi di protezione individuale adeguati e al puntuale rispetto delle distanze di sicurezza, che, ribadiscono i sindacati, “sono misure di sicurezza passive”, è possibile oggi, grazie alle nuove tecnologie nel campo dei test sierologici rapidi e mirati, effettuare un tracciamento dei contatti che, applicando tempestivamente le necessarie misure di quarantena, consente di contenere efficacemente la diffusione del contagio mappandolo con precisione sul territorio. Dopo un’ora e mezza di dibattito intenso e di elevato profilo, l’incontro si è concluso con l’impegno di proseguire il proficuo confronto che oggi si è concretizzato sull’argomento, soprattutto per quanto riguarda il possibile ruolo delle specifiche professionalità possedute dagli operatori della sicurezza per aiutare la popolazione nella ripresa della normalità.