Alle Strutture Territoriali Uil PA VVF
Egregi,
Nella giornata di ieri si è svolto il tentativo obbligatorio di conciliazione a seguito dello stato di agitazione proclamato dalla Uil PA VVF.
Abbiamo immediatamente rappresentato al tavolo che politiche retributive devono articolarsi, specie in questo particolare momento storico, tenendo in considerazione alcuni aspetti prioritari che le costituiscono e tra questi:
- La retribuzione monetaria intesa come il necessario equilibrio tra livello retributivo, struttura della retribuzione e dinamica retributiva;
- La posizione previdenziale quale strumento atto a garantire ai Vigili del Fuoco la disponibilità futura di una pensione adeguata;
- Gli sviluppi di carriera, ovvero l’insieme delle politiche di incentivazione che siano basati non solo su sistemi remunerativi ma anche extra-economici.
Dalla combinazione di queste componenti deve, dunque, trovare fondamento un sistema retributivo efficace ma, soprattutto, equo. L’esiguità delle risorse che alimentano il cosiddetto Fondo per la Valorizzazione del Corpo Nazionale (rispetto ai 216 milioni promessi) risultano, invece, assolutamente insufficienti. Dunque, il principio dell’equiparazione non risulta funzionale ad una corretta articolazione delle politiche retributive, non rispondendo in maniera adeguata, equa ed efficiente alle esigenze dei Vigili del Fuoco.
Lo strumento negoziale rappresenta, in ragione di ciò, una condizione necessaria affinché le politiche retributive, in particolare tra i diversi ruoli e le diverse qualifiche, ovvero tra chi svolge la stessa mansione, siano basati non solo su criteri oggettivi, ma soprattutto ampiamente condivisi dagli stessi interessati, attraverso il ruolo di rappresentanza del Sindacato che implica la gestione attualizzata di interessi aggregati.
Non può esservi, dunque, il necessario fenomeno rappresentativo se si esclude un rapporto tra soggettività distinte; altrettanto accadrebbe con la svalutazione delle dinamiche
negoziali, che porterebbe ad un eccessivo sbilanciamento fra le articolazioni delle politiche retributive, così come indicate in precedenza, ad evidente danno dei Vigili del Fuoco che rischiano quotidianamente la propria vita.
Abbiamo dovuto, dunque, prendere atto della più totale chiusura e contrapposizione rispetto ad una partecipazione attiva del Sindacato, che si vuole ridotto al ruolo di mero spettatore, destinatario di una semplice informativa senza quei doverosi margini di intervento.
Atteggiamenti, questi, di assoluta prevaricazione, che non hanno voluto tenere in debita considerazione nemmeno la condizione di stallo rispetto alle progressioni di carriera dei Vigili Coordinatori, per i quali era stata avanzata esplicita richiesta di una sanatoria.
A ciò si aggiunga l’assenza di una idonea copertura assicurativa per gli infortuni e le malattie professionali e la mancanza di garanzie di un reale riconoscimento dell’alto rischio a cui sono esposti i Vigili del Fuoco nell’ambito dell’attività di soccorso tecnico urgente -che non può essere paragonata ad alcun Corpo dello Stato. Questo anche a tutela di coloro che hanno perso la propria idoneità e per i quali si rende necessario un istituto che non può essere parametrato al ruolo ma direttamente riconosciuto al personale Vigile, Capo Squadra e Capo Reparto.
Per tali ragioni non potevamo che rispedire al mittente la richiesta di conciliare.
Uniche note positive sono state rappresentate dalla volontà di risolvere il problema dell’obbligo di permanenza di 5 anni nella sede di prima assegnazione (nelle more della revisione normativa attraverso mobilità straordinarie) e dell’anticipo da parte dell’Amministrazione delle spese sostenute dal personale in caso di infortunio.
Vogliono cancellare il sindacato, vogliono impedire ai Vigili del Fuoco di decidere del loro futuro e di esserne protagonisti. La UIL PA VVF non ci sta!
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