Cari colleghi,
nella mattina di ieri si è svolto l’incontro con l’Amministrazione sull’organizzazione del Servizio cinofilo.
La UIL PA Vigili del Fuoco ha immediatamente chiarito la posizione netta e decisa espressa più volte in ambito contrattuale, in sede di discussione del riordino e nelle varie commissioni parlamentari: il servizio cinofilo deve essere riconosciuto come specialità del Corpo. Solo sulla base di tale condizione si potrà discutere di circolari organizzative che non penalizzino la componente cinofila (al contrario di quanto, invece, si sta facendo con la circolare in oggetto) già a partire dalla dotazione organica.
La Uil PA VVF ha preteso chiarezza perché il personale appartenente ad un settore a cui va dato maggiore impulso e che quotidianamente garantisce il servizio con passione e dedizione nonostante mille difficoltà non merita di essere oggetto di una mancanza di riguardo ed attenzione da parte dell’Amministrazione.
La UIL PA VVF pretende che la componente cinofila venga rilanciata diventando il fiore all’occhiello del Corpo al pari di altre specializzazioni.
E’ inutile parlare di efficienza del servizio senza stabilire il servizio dedicato, l’orario di lavoro o senza chiarire come si pretende di garantire il servizio se non si tiene conto della carenza fisiologica del 32,5% per assenze a vario titolo.
Sono decine le criticità di questa circolare: non si può far ricadere tutta la responsabilità sul conduttore, non si comprende cosa copra l’assicurazione -che abbiamo chiesto venga estesa al periodo formativo- o quale sia il criterio di distribuzione delle risorse e delle attrezzature, che ha creato distinzioni tra cinofili.
Quando si parla di comodato d’uso non si può farlo come se si stesse discutendo di mezzi o attrezzature; si deve partire dal presupposto che si ha a che fare con animali, con esigenze fisiologiche che necessitano di maggiori attenzioni anche dal punto di vista delle risorse.
Delegare l’adozione di decisioni importanti alle regioni è un errore madornale. Si rischia di creare confusione. L’Amministrazione deve essere garante di un’applicazione omogenea su tutto il territorio e non a discrezione dei Direttori regionali. Non è tollerabile obbligare il conduttore ed il cane a percorrere 500 km in nome di un improbabile risparmio economico, disponendo invece di risorse presenti sul posto e prevedendo idonei strumenti incentivanti, quali ad esempio la reperibilità finanziata anche ricorrendo a convenzioni con le regioni.
L’Amministrazione ha chiarito che fornirà specifiche direttive sui modelli da attuare che possono prevedere anche finanziamenti attraverso convenzioni con le regioni; che fornirà indicazioni per verificare la disponibilità di personale in ambito locale prima ricorrere ad altre regioni e di una implementazione dell’assicurazione che preveda una copertura fino al 13° anno di vita del cane ovvero il suo riacquisto in caso di incidente.
Restano ancora senza adeguata risposta le altre criticità evidenziate, quindi non è stato possibile formulare un giudizio pienamente soddisfacente.
Cordiali saluti.
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